Il modello biopsicosociale

Il modello biopsicosociale è un nuovo modello disciplinare che tenta di spiegare la sofferenza mentale del soggetto, intendendolo come persona-mente-cervello all’interno del contesto delle proprie relazioni sociali significative. L’obiettivo è superare la contrapposizione biologico-psicologico: mente e cervello non possono essere né completamente integrati né completamente separati [Slavney 1993].

Il precursore di questo orientamento è A. Meyer (1958), che sostituì al concetto di malattia mentale quello di reazione psicopatologica della personalità legata alle particolarità biologica, psicologica e sociale di ogni individuo.

Engel (1977) rilevò la necessità che il nuovo modello biopsicosociale considerasse tre aspetti interdipendenti:

a) il funzionamento biologico: l’insieme delle funzioni del sistema nervoso sottocorticale, cioè tutti i processi che sono automatici ed esterni alla coscienza;

b) il funzionamento psicologico: il mondo interno autocosciente che dirige l’elaborazione delle informazioni e la comunicazione intrapsichica e interpersonale;

c) il funzionamento sociale: gli aspetti familiari e socioculturali del comportamento della persona, in relazione all’ambiente che influenza e che viene influenzato dall’individuo.

Nuovi modelli psicopatologici [Edalmen 2003; Kandel 1999] propongono teorie multifattoriali sulla genesi dei disturbi mentali. Precoci disturbi ambientali relazionali destrutturanti possono predisporre a disturbi biologici dei sistemi intrapsichici d’informazione come pure precoci alterazioni biochimiche, non solo genetiche, a carico dei sistemi della comunicazione intrapsichica, e possono precedere alterazioni dei meccanismi comportamentali e relazionali [Siegel 1999]. I sistemi biochimici neurotrasmettitoriali interagiscono con quelli intrapsichici e interpersonali.

Il modello biopsicosociale è una concettualizzazione che include tutti i fattori che influiscono sull’intera persona e contribuiscono ad apportare cambiamenti nella salute o nello stato di salute mentale. Enfatizza l’articolazione fra trattamenti farmacologico, psicoterapico e socio-riabilitativo.

Per l’approccio biopsicosociale, nella diagnosi di una malattia mentale è importante considerare alcuni dimensioni prettamente sociali dell’individuo:

– L’identità culturale del paziente: l’identità [Erikson 1950] permette una definizione di sé che comprende sia le capacità e le attitudini sia il ruolo sociale. La cultura del gruppo di appartenenza definisce chi si è e da quali valori si è guidati.

– La spiegazione culturale della malattia: è importante chiedere al paziente che significato dà alla malattia, attraverso la consapevolezza dei fattori culturali si può accedere al mondo simbolico del paziente e aiutarlo comprendere e gestire i suoi sintomi.

– I fattori culturali legati all’ambiente psicosociale: le componenti religiose e spirituali sono alla base del sostegno sociale [Lukoff et al. 1995], infatti il simbolismo e i rituali legati a queste credenze rafforzano la naturale capacità di ripresa dell’individuo associate a valori e teorie culturali su come affrontare le avversità della vita.

– Gli elementi culturali della relazione tra paziente e clinico: gli elementi culturali influenzano il rapporto tra paziente e terapeuta.

Il modello biopsicosociale è il modello di riferimento dell’Ambulatorio Sociale di Psicoterapia di Torino. Per noi è importante la persona in tutte le sue molteplici dimensioni, in un’ottica di integrazione tra le varie componenti biologiche, psicologiche e sociali che costituiscono l’identità del soggetto.

Bibliografia

Edelman G.M. (2003). Naturalizing consciousness: a theoretical framework. Proc. Nath. Acad. Sci; 100(9): 5520-24.

Engel G.L. (1977). The need for a new medical model: a challenge for a new medicine. Science; 196: 129-36.

Erikson E. H: (1950). Infanzia e società. Armando: Roma.

Kandel E.R. (1999). Biology and future of psychoanalysis: a new intellectual framework for psychiatry revisited. Am J Psychiatry; 156(4): 505-24.

Lukoff D., Lu F.G., Turner R. (1995). Cultural considerations in assessment and treatment of religious and spiritual problems. Psychiatr Clin north Am; 18(3): 467-85.

Meyer A. (1958). Psychobiology: A science of man. Thomas: Spriengfield, IL.

Siegel D.J. (1999). La mente relazionale. Neurobiologia dell’esperienza interpersonale. Raffaello Cortina: Milano.

Slavney P. R. (1993). The mind-brain problem, epistemology, and psychiatric education. Academic Psychiatry; 17: 59-66.

Per approfondire

Fassino S., Abbate Daga G., Leombruni P. (2007). Manuale di psichiatria biopsicosociale. Centro Scientifico Editore: Torino.

Kandel E.R. (2007). Psichiatria, psicoanalisi e nuova biologia della mente. Raffaello Cortina: Milano.

SIPNEI – Società Italiana Psico Neuro Endocrino Immunologia: sipnei.it.

 

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