“QUALCUNO CHIAMI IL 112!” Cosa fare di fronte ad un incidente stradale

Gli incidenti stradali sono un fenomeno ricorrente nel nostro Paese: uno studio condotto dall’ISTAT nel 2015 dimostra che vi è un significativo aumento dovuto principalmente ad una guida poco attenta, ad una velocità troppo elevata e ad una continua trasgressione delle regole di sicurezza. Tali fattori, definibili “di rischio”, aumentano statisticamente la possibilità di essere coinvolti personalmente in un incidente stradale oppure assistervi come testimone: quali sono i fattori psicologici che entrano in gioco ed influiscono sulle scelte personali? Cosa si fa quando si assiste ad un incidente stradale? Le reazioni in realtà possono essere svariate:

  • Svenire, se la scena dovesse risultare particolarmente cruenta;

  • Scappare, se si dovesse percepire un ulteriore pericolo;

  • Rimanere in uno stato di freezing, ovvero di congelamento dovuto alla paura di agire;

  • Agire e fare tutto il possibile per prestare soccorso.

Nel caso in cui il testimone decida di agire in favore della/e vittima/e, come prima cosa è bene non perdere la calma: mantenere i nervi saldi, per quanto possibile, aiuta il soccorritore a prendere decisioni più lucide e consapevoli. Se ci si sente fisicamente agitati (batticuore, gambe che tremano, sudorazione eccessiva) è bene prendersi un attimo di tempo, chiudere gli occhi e respirare a fondo, ripetendo frasi rassicuranti che potrebbero potenziare la capacità di agire consapevolmente. Successivamente, controllare l’ambiente per avere una panoramica di eventuali pericoli per il soccorritore e per capire la possibile causa dell’incidente. Una volta compresa la possibile dinamica dell’incidente, chiamare i soccorsi: l’ambulanza, i vigili del fuoco e le Forze dell’Ordine in base alla gravità e alla necessità della situazione. Forse non tutti sanno che da qualche tempo, per uniformarsi ai Protocolli Europei, l’Italia ha istituito il “numero unico”, ovvero il 112, il quale registrerà la chiamata e farà partire tempestivamente i soccorsi. Durante la chiamata bisogna dare più informazioni possibili all’operatore perché possa avere una visione chiara della situazione. Basta semplicemente avvicinarsi alla persona e senza spostare o toccare la vittima, descrivere dove si trova, la sua posizione, se è cosciente e se reagisce agli stimoli. Dopo aver chiamato i soccorsi, sarebbe bene starle vicino per proteggerla da eventuali incidenti secondari (ad esempio se è riverso sulla strada, evitare che altre macchine possano investirlo) e, se risponde agli stimoli, parlare con lui per tranquillizzarla, farle capire che non è da sola in quel momento e che presto riceverà l’aiuto necessario. Un volta arrivati i soccorsi, la situazione passa in mano loro e il soccorritore potrà scaricare tutta l’adrenalina in circolo, consapevole di aver fatto un grande gesto. Assistere a questa scena può portare il soccorritore ad avere stati d’ansia anche pervasivi, che inficiano le azioni quotidiane, associati a incubi notturni, problemi sul lavoro, chiusura sociale e scarso appetito. Spesso a questa reazione si accompagna un senso di paura nel rimettersi in strada e un senso di colpa per non aver fatto abbastanza. Tutte queste reazioni sono normali, perché vuol dire che la persona sta rispondendo come riesce ad un evento per lui molto stressante. In questi casi è bene parlare dell’accaduto con i familiari ed eventualmente anche con uno psicologo, per riuscire a rielaborare tutte le emozioni negative che in quel momento possono peggiorare la qualità della vita. Il ricordo dell’incidente non deve essere dimenticato, ma deve essere “pulito” da tutte le emozioni negative così da poterlo rievocare anche successivamente con dispiacere ma non con disagio.

In conclusione, bisogna sempre stare sempre attenti a ciò che ci circonda e rispettare tutte le regole della strada, fare attenzione alla strada, al traffico e al clima, per evitare di incorrere in prima persona in un incidente. Nel caso in cui ci si dovesse trovare come testimoni di un incidente, è bene seguire quanto detto, evitando di osservare solo la scena e pensare che possano fare gli altri qualcosa, quasi scaricando la responsabilità dell’azione a terzi: si tratta di poche azioni che in certi casi possono salvare la vita.

In memoria di M. Scarponi, di D. N. e tutte le vittime della strada.

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