Psicoterapia e Spiritualità

Siamo in un periodo in cui si parla spesso di risveglio della spiritualità, intesa come risveglio di quella scintilla presente in ogni essere umano che ci connette con il divino. Parliamo di spiritualità e non di religione, perché spesso le vecchie tradizioni religiose, che pur stanno vivendo una nuova primavera, sono considerate superate. La società moderna mal si adatta con i vecchi dogmi delle tradizioni religiose. Considerando la spiritualità come l’essenza di ogni religione, diamo una sintetica definizione di questo fenomeno, senza addentrarci troppo in meandri pericolosi.

La voglia di ognuno di conoscere qualcosa di più profondo di se stessi può far solo felice ogni psicoterapeuta. Al principio della storia della psicoanalisi Freud considerò la religione come un’“illusione”, dietro la quale l’uomo ha bisogno di nascondersi per non dover accettare la finitudine della propria esistenza. Ciò non vietò alla cattolicissima Italia di diffondere il “verbo psicoanalitico”, anzi fu proprio un frate francescano, padre Agostino Gemelli, a portare la nuova disciplina in Italia.

Ormai nemmeno lo psicoanalista più ortodosso concorda con l’idea di Freud, e al di fuori dell’alveo psicoanalitico tante tradizioni psicologiche e psicoterapeutiche sono sempre state in sintonia con una ricerca interiore che si possa avvicinare alla spiritualità, come precedentemente definita. A titolo di esempio citiamo Jung che parlava di archetipi, principi guida dell’anima universale dell’umanità inconsci, e proponeva una ricerca del Sè, paragonata alla ricerca del divino nascosto dentro di noi.

Il problema nasce con la diffusione della “New Age”. Di questa nuova moda moderna non si vogliono sminuire i meriti, che rientrano nell’alveo del risveglio della spiritualità in senso più ampio, ma, in quest’occasione, sottolineare le eccessive semplificazioni nella quale spesso è incorsa.

Una prima semplificazione che fa storcere il naso allo psicoterapeuta è la banalizzazione del principio della “profezia che si autoadempie”, secondo il quale se pensiamo qualcosa di negativo rispetto al nostro futuro, faremo di tutto perché si realizzi, anche a livello inconscio, pur di vedere salvaguardate le nostre aspettative. È questo un principio complesso che spesso viene banalizzato dalla New Age nel “pensa positivo”, perché il tuo pensiero è un’energia che influenza la realizzazione materiale e quindi le vibrazioni negative fanno male: un fritto misto di religione, fisica quantistica e vecchie superstizioni.

Un secondo aspetto, tra i tanti della New Age che preoccupa, e parecchio, lo psicoterapeuta, è che chi segue la nuova moda non andrà mai da uno psicoterapeuta, perché tanto attraverso un cammino spirituale risolverà i propri conflitti personali. Tanto per far un esempio, si vedono persone che praticano da anni Yoga e che non sanno avere una relazione stabile. Piuttosto che andare da uno psicoterapeuta si cerca un “operatore di Rebirthing” che si richiama alle vite precedenti per spiegare i guai di questa vita.

Si potrebbero fare altri esempi, ma il principio è che la psicoterapia e la spiritualità sono complementari e viaggiano assieme. La psicoterapia si sposa assai bene con la spiritualità: è frequente che uno psicoterapeuta consigli una pratica Yoga ad un proprio paziente, più difficile il contrario, che un sacerdote o un maestro spirituale consigli un percorso psicoterapeutico.

Chi ha dei seri problemi con se stesso ed il mondo prosegua pure il proprio percorso spirituale, ma si faccia anche aiutare da un professionista a vivere meglio questa vita, anche per poter affrontare al meglio la propria ricerca interiore del divino.

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