I disturbi da dolore cronico sono caratterizzati dalla presenza reiterata di dolore fisico, pensiamo a chi soffre di emicrania e cefalea muscolo tensiva, o a chi è affetto da fibromialgia, artrite reumatoide e così via.
La funzione del dolore
Solitamente sperimentare del dolore è funzionale a segnalarci la presenza di qualcosa che non va nella nostra salute. Ciò ci consente di portare l’attenzione sul problema al fine di risolverlo. Ma nei disturbi da dolore cronico, il dolore non ha questa funzione, poiché è un’esperienza quasi quotidiana, che non è risolvibile con un trattamento di breve durata.
Questo grava pesantemente sulla vita del paziente. Sono frequenti i pensieri su un presunto malfunzionamento nella propria persona, che si percepisce come “difettosa”, diffusa è la tendenza alla catastrofizzazione, e cioè l’idea che “andrà sempre peggio”, o che “non c’è nessuna soluzione”.
Gli effetti psicologici del dolore cronico
Le emozioni più diffuse sono l’ansia, la depressione, la rabbia, la frustrazione. Pensieri ed emozioni negative conducono la persona ad intraprendere comportamenti che la chiudono in un loop di negatività e pessimismo: il paziente potrebbe chiudersi in casa evitando le uscite e le occasioni sociali, per vergogna o per paura di sentirsi male.
L’isolamento aumenterà l’ansia, la depressione e l’attenzione rivolta ai sintomi dolorosi, che verranno percepiti come sempre più ingombranti. L’aspettativa di sperimentare dolore, anticiperà e aumentare il dolore stesso. Infatti se è vero che il dolore fisico influenza l’emotività, le cognizioni e i comportamenti, è anche vero il contrario: la nostra interpretazione del dolore e di noi stessi influenzerà la sofferenza fisica. Infatti, stati prolungati d’ansia producono tensione nel nostro corpo, con sintomi quali mal di testa, dolore muscolare, dolore al petto, disturbi gastrointestinali, insonnia e così via.
Tecniche di mindfulness e rilassamento
Per questi motivi la terapia psicologica si occuperà di agire su emozioni, cognizioni e comportamenti.
Ricerche dimostrano come l’insegnamento di tecniche di rilassamento e di mindfulness siano estremamente utili in questi casi. Il paziente imparerà ad integrare l’esperienza dolorosa nella propria vita, imparando a guardare a se stesso, non come un individuo “difettoso”, ma come una persona che pur avendo una problematica cronica, è in grado di vivere la propria vita pienamente.