Adolescenti e tecnologia

Le nuove tecnologie oggi hanno un impatto immediato e decisivo sui rapporti umani, nel nostro tessuto sociale. Un fatto questo con il quale bisogna confrontarsi. Il web 2.0 è proprio questo: un “villaggio globale”, una Rete trasformata in un network sociale, un luogo di partecipazione e condivisione.

La rete è dunque un luogo: un ambiente comunicativo, formativo e informativo. Un ambiente culturale che determina uno stile di pensiero, crea nuovi territori, nuove forme di comunicazione, contribuendo a ridefinire un modo di stimolare l’intelligenza e di costruire la conoscenza e la relazione. Una realtà da non configurarsi come sostituta alienante delle relazioni “face to face”, ma capace invece di arricchire le nostre potenzialità nella vita ordinaria.

Nei giovani adolescenti, di età compresa fra gli 11 e 14 anni, la difficoltà di crescere in un mondo complesso, in continua evoluzione, senza precisi punti di riferimento, si aggiunge ai bisogni e problemi tipici di questo delicato periodo della vita. I primi anni dell’adolescenza sono i più permeabili alle influenze di ogni tipo: pensiamo quindi all’azione dei mass-media, e all’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione, quali Internet, di cui i giovanissimi sono assidui fruitori.

L’uso della rete può quindi portare gradualmente alcuni individui a una restrizione delle relazioni con gli altri, in quanto l’esperienza virtuale viene percepita e vissuta come più agevole rispetto alla realtà. Per alcuni l’uso eccessivo rimane circoscritto nel tempo, a volte può essere utilizzato per compensare stati di inadeguatezza dovuti a forte stress o per sviluppare parti del sé non adeguatamente espresse nella vita di tutti giorni. Superata la frustrazione e realizzata la propria dimensione in ombra, il ragazzo torna volentieri alla realtà, mantenendo con la rete un rapporto occasionale e ludico.

Per altri, invece, l’esperienza virtuale può far accelerare la perdita progressiva della capacità di discriminare il confine tra il mondo digitale e quello reale, fino a compromettere l’integrità personale e la vita sociale. L’immaturità emotiva ed affettiva di molti giovani trova nel pacchetto delle possibilità offerte da Internet un contenitore quanto mai adeguato: nessun imprevisto, tutto sotto controllo, mete facilmente realizzabili. Emerge persino una forza “miracolosa” per reggere e amministrare lo spazio di libertà concesso dal computer. Incontri, performance, contatti, ruoli e identità possono essere gestiti con alcuni facili micromovimenti del mouse, restando fuori dalla realtà, ma nella convinzione di appartenere comunque ad essa.

I social network rappresentano in tal senso un formidabile aggregatore di persone in cerca di contatti, di condivisione e di approvazione. Sicurezze, visibilità e autostima vengono ben presto raggiunte, anche se tutto rimane virtuale e con poche ricadute sulla vita reale. L’enorme sviluppo di Facebook e di altri social network costituisce la spia di un grosso problema di solitudine, mascherando ansie personali e preoccupazioni.

Cosa possono fare i genitori onde evitare un eccessivo utilizzo da parte dei figli del web? L’atteggiamento da tenere è quello di una sana apertura mentale verso i nuovi mezzi, che non devono essere visti come una minaccia, anzi, possono rivelarsi una risorsa se utilizzati in maniera corretta.

È importante non assumere l’atteggiamento di chi guarda gli adolescenti come extraterrestri quando parlano di Facebook e del loro mondo virtuale. Non bisogna pensare che tra i genitori e figli ci sia una distanza incolmabile. Inoltre è da evitare l’atteggiamento da scoraggiati, di chi, non capendo i figli, li lascia soli nell’esplorazione dei nuovi mezzi. Il divieto avrebbe solo l’effetto di accrescere il desiderio di fare parte di queste nuove comunicazioni. Senza contare che il “no” finirebbe per far diventare i social network qualcosa da consultare di nascosto, con un sovraccarico di attese e tensioni inopportune. Piuttosto, i genitori possono stabilire delle regole precise: non più di 60 minuti alla sera di connessione, e dopo aver portato a termine i compiti scolastici.

Come per tutte le cose, è utile parlarne. Ben vengano quindi le domande sui social network, le discussioni con i figli, evitando lo spirito inquisitorio, ma dimostrando reale interesse. Si può spiegare loro che non è utile stare troppo connessi, come raccontare tutto di sè, ma coltivare spazi segreti. E poi invitare i ragazzi ad uscire, fare sport, stare all’aria aperta e incontrare altri coetanei.

Se senti il bisogno di un supporto psicologico non esitare a contattarmi: aspettare non è mai una buona idea. Compila il form e fissiamo un appuntamento
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