Alla scoperta del parto

Ogni gestante sperimenta l’indeterminatezza dell’evento parto: non è in grado di prevedere, ad esempio, quando avverrà l’esatto inizio del travaglio e il più delle volte non sa in che modo partorirà; inoltre, se alla prima esperienza, non conosce l’intensità del dolore che proverà, non sa se sarà capace di sopportarlo, se saprà esercitarne il controllo. Tutto questo genera paure, che possono essere affrontate e ben tollerate, oppure diventare fonte di angoscia. In tutto ciò molta importanza hanno gli elementi di natura relazionale nell’accompagnare la futura madre al parto e nel favorire il suo benessere: sono molte le ricerche che evidenziano quanto importante sia la presenza del partner durante il periodo perinatale e quanto possano essere d’aiuto i familiari, altre figure femminili con cui confrontarsi, la rete rappresentata da medici ed operatori sanitari (ostetriche, puericultrici, ecc.).

Il parto è un momento di transizione, di incontro tra bambino immaginario e bambino reale, di separazione della donna dal piccolo che per nove mesi ha vissuto in completa simbiosi con lei, con le difficoltà psicologiche che tutto questo comporta. Il momento della nascita costituisce un aspetto della vita estremamente complesso a livello emotivo, e questa esperienza ha un grande significato per coloro che lo vivono, sia in quel momento, sia in seguito.

Il dolore sperimentato durante travaglio e parto non è indice di patologia, ma è il segnale della naturale progressione di un evento fisiologico di fondamentale importanza. Il dolore ha funzione di guida e, come tale, va accettato e assecondato anziché contrastato e soppresso. È proprio il dolore che permette al corpo della donna di produrre quel cocktail ormonale necessario alla corretta e fisiologica progressione del parto e all’attivazione delle sue capacità empatiche e relazionali necessarie all’instaurazione del bonding neonatale. Il bonding è il legame di attaccamento che si instaura tra madre e figlio ancor prima della nascita, durante i nove mesi di gestazione. Non essendo dunque il dolore del parto fine a se stesso, dovrebbe essere vissuto come esperienza preziosa da accogliere ed accettare. Sarebbe quindi opportuno ritornare alle competenze endogene e innate di donna e bambino restituendo il parto ai suoi reali protagonisti: madre, padre e figlio.

Proprio per questo da diversi anni, il mondo scientifico ha richiamato l’attenzione sull’umanizzazione dell’evento nascita e delle cure neonatali. L’appello ad una “nascita senza violenza”, iniziato da Frèdèrich Leboyer negli anni ’70, ha stimolato numerose ricerche nel campo del legame di attaccamento e delle metodiche assistenziali legate al parto, sottolineando i benefici per madre e neonato di un approccio più naturale e meno medicalizzato. Per questo motivo, il taglio cesareo, se non prettamente necessario per motivi medici, andrebbe evitato.

Essere madre è la più naturale delle esperienze nella vita di una donna ma, al tempo stesso, è un evento colmo di significati latenti, di conflitti, di ansie e di paure. La scelta della maternità comporta una riorganizzazione della struttura psicologica della donna e la creazione di nuovi spazi mentali per accogliere il bambino. Alla nascita fisica del bambino corrisponde la nascita psicologica della madreI primi mesi di vita del bambino sono quelli determinanti per il consolidamento dell’identità di madre, che si perfeziona solo quando la donna si dedicherà all’accudimento e alla cura del suo piccolo, cura che non sarà solo di carattere pratico, ma anche, e soprattutto, di carattere psico-affettivo, di sviluppo della relazione d’attaccamento.

Durante i nove mesi di gestazione inizia ad instaurarsi, tra madre e bambino, quel meraviglioso e profondo legame, detto anche bonding, fatto di sensazioni, percezioni, carezze, suoni, odori. Un legame che si concretizza fisicamente al momento della nascita, quando madre e bambino finalmente si incontrano, si riconoscono e si innamorano, e che proseguirà, intensificandosi sempre di più nei primi mesi di vita del piccolo, per durare poi per tutta la vita. Il bonding è un processo fisico, emozionale ed ormonale di relazione d’accudimento tra bambino e le sue figure genitoriali, che serve a stabilire le basi, non solo delle relazioni genitori-figlio, ma anche di tutte le relazioni sociali ed affettive che il piccolo, futuro adulto, instaurerà nel suo avvenire. Il bonding viene favorito da una buona preparazione durante la gravidanza, da un buon parto, dal contatto precoce tra madre e neonato, dalla salvaguardia dell’unità madre figlio e dall’allattamento al seno; al contrario, viene ostacolato da un parto difficile, da pratiche mediche invasive, dall’utilizzo di farmaci e dalla separazione madre-figlio.

Il contatto precoce pelle a pelle, nei momenti immediatamente successivi al parto, è particolarmente importante. Alla nascita, madre e bambino hanno la necessità fisiologica di stare insieme, soprattutto nelle prime due ore successive al parto, il cosiddetto “periodo sensibile”, essenziale affinché si possano innestare precocemente i sistemi di salute primale. In questo delicatissimo periodo gli operatori sanitari dovrebbero limitarsi ad un ruolo passivo di osservazione e vigilanza. In neonati non stabili subito dopo la nascita, il contatto pelle a pelle deve iniziare una volta stabilizzati.

Quali sono gli effetti positivi del contatto pelle a pelle?

– mantiene il neonato caldo

– tranquillizza la madre e il neonato

– aiuta a regolare la frequenza cardiaca e respiratoria

– riduce il pianto del neonato, diminuendo il suo stress e il consumo di energia

– permette al neonato di trovare il seno e attaccarsi da solo

– facilita la relazione madre bambino

Purtroppo, invece, in gran parte delle strutture ospedaliere, vige la prassi di separare madre e bambino subito dopo il parto. Questa pratica, contraria a tutte le evidenze e raccomandazioni scientifiche, ostacola il processo di bonding e rende l’accudimento futuro del bambino estremamente più difficile, faticoso e meno gratificante per la madre.

Durante il contatto pelle a pelle, l’allattamento dovrà iniziare quando la mamma e il neonato sono pronti, cosa che può avvenire dopo pochi secondi o dopo un’ora. L’allattamento al seno va inteso come sistema di nutrimento non solo fisico, ma anche, e soprattutto, emozionale per il piccolo (fornisce calore, intimità, contatto). Partendo dalla Dichiarazione congiunta OMS/UNICEF “L’allattamento al seno: protezione, incoraggiamento e sostegno. L’importanza del ruolo dei servizi per la maternità” del 1989, vengono enumerati i numerosi vantaggi dell’allattamento per mamma e figlio. L’allattamento rappresenta un momento fondamentale nella costruzione di un legame d’attaccamento solido e duraturo e, proprio per questo, si tratta di una pratica da incitare fortemente. Per far sì che l’allattamento si realizzi con successo, occorre che la struttura sanitaria nella quale è avvenuta la nascita, e i professionisti che vi lavorano, condividano e incentivino tale pratica, astenendosi contemporaneamente dalla messa in atto di qualsiasi forma di interferenza inopportuna. 

Un buon allattamento è facilitato dalla pratica del rooming-in, cioè alla permanenza del neonato nella camera di degenza della madre, 24 ore su 24, fin dai momenti immediatamente successivi al parto e fino al momento delle dimissioni dalla struttura sanitaria, e dall’influenza che tale pratica ha sull’instaurazione di un precoce e solido bonding neonatale. Dormire assieme condividendo il letto può aiutare la madre e il bambino a riposarsi di più e ad allattare spesso.

Il contatto continuativo mamma-bambino rappresenta il naturale proseguimento di quella simbiosi sviluppatasi durante l’endogestazione, simbiosi della quale sia la donna, sia il piccolo hanno profondamente bisogno per poter entrare profondamente in contatto tra di loro.

Dott.ssa Elisa Trucco, infermiera pediatrica

Se senti il bisogno di un supporto psicologico non esitare a contattarmi: aspettare non è mai una buona idea. Compila il form e fissiamo un appuntamento
Privacy policy

Prenota il primo colloquio gratuito

Privacy policy