Le ultime fasi della gravidanza

Durante le ultime settimane della gravidanza, il collo dell’utero è soggetto ad alcune trasformazioni, che gli consentono di adattarsi con gradualità alla nascita imminente. 

FASE PRODROMICA

In questa prima fase della nascita si iniziano ad avvertire le contrazioni, che risultano però sopportabili e irregolari. Queste contrazioni sono diverse dalle contrazioni valide che identificano l’inizio del travaglio, e sono definite “contrazioni di Braxton Hicks”.

Uno dei segnali che preannunciano l’imminenza del travaglio è dato dalla perdita del tappo mucoso: una formazione di consistenza gelatinosa, con striature rosa o rosse, dovute alla presenza di gocce di sangue per la rottura dei vasi capillari. Si tratta del muco che fino a quel momento chiudeva il collo dell’utero, isolandolo dall’ambiente esterno. Va detto, tuttavia, che la sua fuoriuscita non provoca dolore e quindi, a volte, passa inosservata. Può inoltre capitare che la perdita avvenga anche una settimana o dieci giorni prima dell’inizio vero e proprio del travaglio; è meglio, comunque, che la futura mamma, nel momento in cui la nota, vada in ospedale per un controllo.

In concomitanza, possono comparire dolori simili a quelli mestruali, localizzati nella parte bassa della schiena. Può anche accadere che si rompano le membrane amniocoriali, ovvero si lacerino le membrane del sacco che avvolge il feto nell’utero, lasciando fuoriuscire il liquido amniotico. Tutti questi segnali indicano che il travaglio vero sta per iniziare.

FASE DILATANTE

È la fase che porta alla completa dilatazione del collo dell’utero (10 cm), premessa indispensabile alla nascita del bambino. La durata è imprevedibile, condizionata da diversi fattori e comunque sempre accompagnata da forti dolori. Le contrazioni diventano regolari (una ogni 3-4 minuti) e in genere aumenta la loro durata (30-40 secondi) e l’intensità. Durante una contrazione i muscoli lunghi dell’utero si contraggono, dall’alto verso il basso, fino alla fine. Quando la contrazione finisce, i muscoli si rilassano e diventano più corti di quanto erano all’inizio della contrazione stessa. Ogni contrazione dilata la cervice fino alla sua completa dilatazione (10 cm circa).

Questa fase termina con il raggiungimento della dilatazione completa della cervice uterina, quando spesso avviene la rottura spontanea delle membrane amniocoriali (definita comunemente “rottura delle acque”). Tuttavia quest’ultima può presentarsi spontaneamente anche prima della dilatazione completa (rottura precoce delle membrane) e addirittura anche prima dell’inizio del travaglio di parto (rottura prematura delle membrane o PROM). Si parla di PROM pretermine (pPROM), se avviene prima della trentasettesima settimana completa di età gestazionale. La rottura delle membrane può inoltre essere indotta artificialmente tramite intervento chirurgico di amnioressi.

Questa fase dura circa 4-5 ore nelle nullipare e 2 ore nelle pluripare ma anche qui la variabilità da caso a caso può essere molto ampia.

FASE ESPULSIVA

Nella maggior parte dei casi, tra il periodo dilatante e quello espulsivo si ha una breve fase di transizione, poi si avverte un irresistibile premito, cioè una pressione sul retto che genera la “voglia di spingere”.

In questa fase si svolgono i principali fenomeni meccanici del parto ovvero tutti quei movimenti e quelle rotazioni che il feto deve compiere all’interno del canale del parto per poter nascere. Le contrazioni del  miometrio  sono favorite dall’ormone  ossitocina, che viene prodotto dall’ipotalamo e secreto nelle strutture capillari che perfondono la neuroipofisi. La secrezione di ossitocina viene stimolata dai segnali nervosi periferici che hanno origine in seguito alla dilatazione dell’utero. La durata di questa fase è di circa un’ora nelle nullipare e circa 20-30 minuti nelle pluripare e termina con l’espulsione del feto.

SECONDAMENTO

Comincia subito dopo l’espulsione del feto e termina con l’espulsione degli annessi fetali (placenta, cordone, membrane amniocoriali). Di solito la placenta viene espulsa entro 20-30 minuti dall’espulsione del feto. Il limite fisiologico in caso di management attivo del secondamento è di mezz’ora, poi si interviene con la rimozione manuale della placenta eseguita in anestesia generale (secondamento manuale).

QUANDO PRESENTARSI IN PRONTO SOCCORSO?

  • Contrazioni regolari: le contrazioni in caso di inizio di travaglio, come precedentemente detto, aumentano di frequenza, durata ed intensità.
  • Perdite ematiche vaginale: in questo caso è sempre bene rivolgersi immediatamente ad un pronto soccorso per accertare la causa del sanguinamento.
  • Riduzione dei movimenti fetali: la maggior frequenza dei movimenti fetali si ha tra la 28ma e la 32ma settimana quando, anche se non sempre avvertito dalla madre, il feto passa la maggior parte del tempo a muoversi. I movimenti si riducono drasticamente nell’imminenza del travaglio e con la rottura prematura delle membrane. Una riduzione dei movimenti, tuttavia, si può avere anche in presenza di una patologia: ad esempio nei casi di ipossia fetale o nell’ipoglicemia. In caso di percezione di riduzione dei movimenti fetali è consigliabile sdraiarsi per circa 2 ore interrompendo le proprie attività e concentrandosi sui movimenti del feto, in caso di percezione di meno di 10 movimenti in due ore è necessario rivolgersi immediatamente ad un pronto soccorso per controllare il benessere fetale. 
  • Rottura delle membrane amniocoriali: in caso di rottura delle membrane è necessario rivolgersi ad un pronto soccorso. La successiva gestione varierà a seconda di alcuni fattori, tra cui l’esito del tampone vagino-rettale eseguito in precedenza dalla paziente. In caso di TVR negativo per Streptococco si attende per un tempo maggiore l’insorgenza del travaglio spontaneo prima di intervenire farmacologicamente, in caso invece di TVR positivo per Streptococco il tempo di attesa prima di intervenire diminuire in quanto vi è un rischio maggiore di infezioni nel neonato.

Dott.ssa Michela Villa, Medico e Specializzanda in Ginecologia ed Ostetricia

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