Il cyberbullismo

In questo ultimo periodo le cronache parlano spesso di “cyberbullismo”. Ma cosa si intende esattamente con questo termine?
Le ultime generazioni si possono definire “native digitali”: i bambini fin da piccoli sono in grado di usare computer e tablet con facilità; le relazioni dei ragazzi sono spesso basate su scambi online; molto tempo è dedicato ai social network e alle chat. Tuttavia la velocità dell’evoluzione tecnologica e il cambiamento nelle modalità di comunicazione non hanno permesso ai giovani d’oggi di capire fino in fondo quali sono i comportamenti corretti e quali quelli dannosi e pericolosi.
Il termine “cyberbullismo” venne coniato da un educatore canadese, Bill Belsey, nel 2002. Con tale termine si intende una forma di prevaricazione volontaria e ripetuta nel tempo, attuata mediante uno strumento elettronico, contro un singolo o un gruppo, con l’obiettivo di ferire e mettere a disagio la vittima di questo comportamento. Gli strumenti possono essere sms offensivi, mail, commenti pubblici volgari e denigratori sui social network… La caratteristica di questo fenomeno consiste nella modalità di trasmissione del messaggio offensivo, che, a differenza del bullismo tradizionale, non avviene di persona. Quando il materiale oggetto di violenze viene diffuso in rete, è difficile che venga rimosso o cancellato: ciò fa sì che la vittima si senta ancora più impotente. Un’altra differenza consiste nell’anonimato dell’aggressore, che, proprio per non essere scoperto, può crearsi un’identità falsa. Inoltre il bullismo tradizionale ha una durata nel tempo limitata – per esempio avviene solo fuori casa – mentre nel cyberbullismo continua anche a casa, di sera, di notte… I cyberbulli non hanno capacità empatica: non riescono a mettersi nei panni della vittima, per loro è un gioco.
Come difendersi dagli attacchi? Il Telefono Azzurro ha esposto delle linee guida per aiutare le vittime. Si invita a inviare un messaggio al cyberbullo, in cui gli si dice in maniera decisa che il suo comportamento sta dando fastidio. Si consiglia di non rispondere agli insulti, anzi di bloccare tutte le mail e i messaggi provenienti dal cyberbullo. Non si devono cancellare le conversazioni che hanno dato fastidio. Dal nostro punto di vista è fondamentale che i ragazzi raccontino ciò che sta capitando a un adulto di riferimento.
Per quanto riguarda i genitori, è importante che monitorino l’utilizzo dei mezzi informatici, spiegando ai loro figli i rischi e informandoli sull’uso corretto. È fondamentale che si insegni ai ragazzi che le relazioni online, soprattutto con persone sconosciute, possono essere pericolose. È indispensabile che si spieghi ai figli anche quali sono i contenuti accettabili del mondo della rete, sicuri e con valori morali alti. Bisogna ricordare loro che internet è per sempre: tutto ciò che viene pubblicato online viene archiviato.
In definitiva i genitori devono essere aperti al dialogo ed essere attenti ai segnali, a volte impliciti, che i ragazzi mandano. La rete non fa sentire soli gli utenti, ma spesso è una compagnia falsa: meglio avere pochi amici, ma con i quali si esce e ci si guarda negli occhi.

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