L’attuale pandemia da Covid ha riportato la nostra società a contatto con la finitudine della vita. Dopo anni in cui la morte è stata scotomizzata, riemerge sotto gli occhi di tutti, in ogni media, nella forma di un invisibile virus.
Anni di sicurezza sull’efficacia della scienza nel contrastare i mali dell’uomo, hanno lasciato il loro segno e ancora questa volta la salvezza verrà dalla scienza.
In realtà la scienza non ha verità assolute, anzi nacque nel 1600 grazie a Sir Francis Bacon e Niccolò Copernico, per contrastare i dogmi della Chiesa, che si considerava l’unica detentrice della verità rivelata.
La scienza costruisce solo teorie sulla realtà, per spiegare i fenomeni osservabili. Non esiste una Scienza, ma una moltitudine di teorie scientifiche su tutto ciò che possiamo conoscere.
Cosa accomuna tutte le scienze è il metodo scientifico:
– osservazione del fenomeno
– teoria
– esperimento per verificare la teoria
– conferma della teoria o nuova teoria.
La paura della morte però chiede che ci sia una forma di rassicurazione assoluta e non solo teorie da verificare. Se nemmeno la scienza può dare sicurezza cosa rimane allora?
Chi è nato nella seconda metà del XX secolo è cresciuto con un concetto ben chiaro nella testa: non esiste una sola verità. Chi pretende di “avere la verità in tasca” è un intollerante, un residuo dell’antichità.
La ricerca di sicurezza si riversa anche nei toni usati nelle discussioni intorno a quali mezzi attuare per liberarci di questa nuova peste mondiale. Siamo in guerra, le discussioni diventano arene nelle quali tutto è permesso, per estirpare il dubbio all’origine. In guerra vi è solo bisogno della certezza.
E se la certezza non esistesse? Così ci insegna il metodo scientifico: nessuna certezza, solo ipotesi da verificare.