La paura genera mostri

È nella natura dell’essere umano andare verso l’altro e incontrarlo nel contatto e non nella distanza. Se quest’affermazione è vera per tutti gli esseri umani, è fondamentale per i bambini, che, più sono piccoli, maggiormente hanno necessità di  comunicare attraverso il corpo e la  prossimità fisica. Vogliono sentire che noi stiamo al loro fianco in modo concreto: serve a conferire loro una sensazione di protezione e sicurezza.

Attraverso la vicinanza fisica si crea la relazione. Nella relazione si crea il “noi”, si  diventa parte di un gruppo. La natura dell’uomo è sociale e creativa: nel bambino in particolare tale natura emerge dall’incontro ludico con gli altri. Il bambino che gioca  è impegnato con mente, cuore, e volontà in un’attività serissima. La sua salute fisica, psichica ed emotiva traggono beneficio dal gioco, il quale consente la strutturazione di apprendimenti comportamentali duraturi e utili per l’equilibrio individuale della sua crescita futura. Il bambino che gioca rigenera le sue forze di vita in una ritmica relazione interiore tra sé e il mondo fuori di sé.

I bambini che frequentano uno stesso ambiente di gioco, imitandosi, si contagiano psichicamente e anche immunologicamente attraverso lo scambio di virus e batteri che circolano più facilmente all’interno della stessa comunità.

Non si può immaginare un mondo di bambini in cui i loro corpi devono stare nel distanziamento e nell’isolamento. È questa la sofferenza grande degli ultimi mesi, in cui l’emergenza dovuta alla pandemia da Covid 19, ci ha obbligato al non avvicinamento, al non toccarci, alla deprivazione relazionale in un modo che va contro ogni bisogno di chi è in età evolutiva.

L’esperienza del gruppo, proprio nella sua interazione continua, nel suo contatto diretto attraverso la dimensione del gioco, rimane la più grande spinta alla crescita e all’apprendimento che un bambino può vivere fuori dal contesto delle relazioni famigliari.

Obbligare al distanziamento fisico dai propri amici, significa chiedere al bambino di rimanere muto rispetto al linguaggio del corpo. Condizione così innaturale da generare di sicuro uno squilibrio nell’assetto psicofisico del minore. In questi mesi, la deprivazione così prolungata ha generato una miriade di sintomi come l’iperattività e l’irrequietezza corporea oppure un disinvestimento dalle attività di gioco e movimento, con comparsa di abulia, stanchezza e disturbi del sonno.

I bambini invece di socializzare attraverso il contatto con gli altri e il gioco comune, saranno costretti a subire le ammonizioni per il mancato distanziamento e l’impossibilità di vedere l’espressione del volto di chi lo educa.

I bambini impareranno presto l’importanza della distanza, ad avere paura della vicinanza dell’altro, a rifugiarsi nel  gioco isolato, con il serio rischio di cadere nella depressione e nella mancanza di senso o di diventare ossessivi e compulsivi nella pulizia ripetuta.

Se, come pare, a Settembre ricominceranno le scuole, bisognerà considerare anche i fondamentali bisogni psicologici dei bambini, oltre alla tutela da un possibile contagio, che oltretutto nei bambini si è dimostrato molto basso.

Se senti il bisogno di un supporto psicologico non esitare a contattarmi: aspettare non è mai una buona idea. Compila il form e fissiamo un appuntamento
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