Il marchio di Caino: la guerra è obbligatoria?

Si cerca sempre di stabilire perché l’essere umano è capace di uccidere un suo simile. Siamo l’unica specie che uccide i propri membri deliberatamente.

È una domanda antica quanto la cultura a cui ci rifacciamo: perché Caino uccise Abele? Tutta l’umanità porta il marchio di Caino? Siamo tutti assassini?

Freud postulava un istinto di morte alla base dell’essere umano che spingeva gli esseri umani verso la distruzione.

Proviamo a ragionare con calma.

Noi esseri umani abbiamo i neuroni specchio, li hanno scoperti dei neuropsicologi proprio qui a Parma in Italia. Quando osserviamo qualcuno fare un’azione in automatico si attivano in noi gli stessi neuroni come se compissimo la stessa azione. Cosa vuol dire? Che abbiamo geneticamente la capacità di capire gli altri nostri simili.

L’uomo ha sviluppato alcuni sistemi motivazionali interpersonali (SMI) che attivano e regolano gli aspetti dello scambio interumano:

  • attaccamento: volto alla ricerca di cura e conforto in situazioni di pericolo o dolore;
  • accudimento: volto all’offerta di cura e conforto in situazioni di pericolo o dolore;
  • agonistico: per la definizione del rango sociale;
  • sessuale: per la regolazione dei comportamenti nella formazione della coppia;
  • cooperativo: per la cooperazione tra pari in vista di un obiettivo comune.

Nessun SMI legato all’assassinio.

I leoni lottano per la conquista del branco delle leonesse. Il leone più giovane sfida quello dominante. La lotta è feroce, ma quando il leone sa che sta per essere sconfitto, porge la giugulare al leone che sta vincendo, basterebbe un morso e la sua vita sarebbe finita. Il leone vittorioso si blocca non affonda le zanne, è un istinto per preservare la specie.

Cosa ha fermato in noi l’istinto naturale ad evitare di uccidere i nostri fratelli?

La cultura

Noi esseri umani non viviamo più solo in un mondo naturale, ma anche culturale. La cultura ci porta  a vedere un nostro simile come un nemico.

La cultura ci porta a disumanizzare l’altro: non è più un nostro fratello, ma qualcosa di estraneo, l’avversario. Allora bisogna eliminarlo, è lecito ucciderlo, anzi a volte è necessario, per difenderci o per bisogno di conquista…

E allora è dalla cultura che si deve ripartire: una vera cultura della pace che ci insegni che siamo tutti esseri umani, figli della stessa terra.

Il sangue del nemico è rosso come il nostro.

Se senti il bisogno di un supporto psicologico non esitare a contattarmi: aspettare non è mai una buona idea. Compila il form e fissiamo un appuntamento
Privacy policy

Prenota il primo colloquio gratuito

Privacy policy