Lo psicoterapeuta: un uomo quasi normale

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Spesso molti psicoterapeuti hanno sofferto per qualche malessere psicologico in una o più delle sue tante manifestazioni. Spesso si pensa che avere vissuto in prima persona una certa esperienza renda più comprensibile capire e sentire il vissuto di chi sta affrontando lo stesso malessere. 

Nella realtà non è così: ovviamente se ho sofferto sono più sensibile ed empatico rispetto alla sofferenza di qualcun altro, ma ciò non basta. Se la mia sofferenza continua a persistere non posso essere d’aiuto per risolvere quella di qualcun altro, al massimo posso empatizzare con lui, ma il rischio è di rimanere invischiato nelle sofferenza reciproca senza alcun beneficio per nessuno.

La differenza tra il paziente e il terapeuta è che il terapeuta ha superato la propria sofferenza, è riuscito a metabolizzarla e, seppure la cicatrice rimane, non ha più difficoltà ad aiutare chi soffre ancora, perché ha sviluppato la necessaria distanza per poter aiutare il paziente senza però essere travolto dal dolore di questo.

Solitamente perché questo possa avvenire lo psicoterapeuta ha dovuto affrontare in prima persona il viaggio infernale per confrontarsi con i propri demoni personali, aiutato da uno psicoterapeuta.

Lo psicoterapeuta sicuramente ha delle risorse personali innate, quali la capacità di empatizzare con l’altro, di ascolto, di comprensione che lo rendono più sensibile a stare vicino al paziente e alla sua sofferenza. È però la psicoterapia personale e il lavoro emotivo  che ha comportato che ha fornito allo psicoterapeuta quegli “strumenti” adeguati per aiutare ogni paziente ad affrontare il viaggio periglioso verso il benessere.

Ogni paziente ha la propria storia e il proprio malessere quindi il viaggio verso la serenità è diverso per ognuno e va ricercato insieme paziente e terapeuta. Alla base di ogni terapia che funziona c’è una buona relazione e una buona intesa che si deve instaurare tra i due soggetti della psicoterapia.

Spesso si tende a vedere il proprio terapeuta come una specie di monaco zen che ha la parola giusta per aiutarci a superare qualsiasi problema, come una figura quasi mitica priva di problemi. Nella realtà è un essere umano come i pazienti, che spesso ha sofferto, ma che ha imparato a gestire il proprio malessere, grazie ad un lavoro personale ed è riuscito a rendere le proprie fragilità dei punti di forza per aiutare il paziente a stare meglio.

Se senti il bisogno di un supporto psicologico non esitare a contattarmi: aspettare non è mai una buona idea. Compila il form e fissiamo un appuntamento
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