La quattro fasi della sessualità

Le classificazioni più recenti suddividono la risposta dell’organismo agli stimoli sessuali in 4 fasi: desiderio, eccitazione, orgasmo e risoluzione.

L’atto di desiderare il sesso è funzione di diversi segnali, interni ed esterni, attivi in misura diversa durante tutto il ciclo di vita. L’appetito sessuale è in parte attivato da un programma neuroendocrino che orienta l’individuo alla ricerca di un partner disponibile. Oltre a quello biologico conosciamo altri canali importanti che convogliano segnali atti ad attivare il desiderio sessuale, esso è infatti frutto anche di pensieri, emozioni che la mente produce in modo spontaneo, rielaborando eventi, immagini, sensazioni e significati. Il cervello infatti da solo è in grado di produrre input e di modulare importanti quote di desiderio sessuale anche in assenza di un forte input ormonale o stimoli ambientali appropriati. Ovviamente tali programmi vengono realizzati nella relazione con l’ambiente che permette l’esercizio di tali programmi. La possibilità di orientare il desiderio sessuale verso qualcuno e di modularlo all’interno di una relazione interpersonale è quindi il frutto di esperienze ed occasioni favorevoli accorse durante tutte le fasi evolutive. Dunque nella genesi del desiderio sessuale oltre all’attività del sistema endocrino, cognitivo, emozionale, sono determinanti gli stimoli ambientali.

La seconda fase viene definita fase dell’eccitazione, molto difficile da distinguere con precisione dalla precedente. Dal punto di vista fisiologico la fase dell’eccitazione è determinata da una risposta neurovascolare e neurochimica, che nel maschio produce la tumescenza del pene e l’erezione, mentre nella donna la lubrificazione della vagina e la tumescenza dei genitali esterni.

Ciò che si osserva nell’uomo e nella donna è il medesimo evento fisiologico, in assenza di patologie organiche, non avere l’erezione corrisponde a non avere la lubrificazione della vagina. Tali eventi si accompagnano ad una sensazione di piacere che può essere percepita come diffusa in tutto il corpo. 

Se non compaiono difficoltà, l’eccitazione aumenta più o meno lentamente e produce una sensazione di tensione fisica che si fa via via più pregante fino a sfociare nella fase dell’orgasmo. Possiamo definire l’orgasmo come un riflesso neuromuscolare discontinuo rispetto all’esperienza dell’eccitazione che si manifesta con una serie di contrazioni muscolari (da 3 a 12) ritmiche e involontarie. Nella donna le contrazioni sono prevalentemente a carico della piattaforma orgasmica della muscolatura perineale e dell’utero. Nell’uomo i muscoli bulbo e ischiocavernosi si contraggono producendo da 3 a 7 getti eiaculatori, uno ogni 8 secondi. Nella donna l’orgasmo può essere innescato da una stimolazione prevalentemente clitoridea o prevalentemente vaginale, ma l’evento neuromuscolare che lo descrive è sempre il medesimo.

Si tratta di un’esperienza che dura pochi secondi sia per l’uomo che per la donna, vissuta con intenso piacere e associata ad un lieve ottundimento della coscienza. La fase dell’orgasmo non va confusa con la fase di intenso piacere denominata plateau, dalla quale si differenzia per essere localizzata in sede pelvica e per avere un inizio e una fine ben definita.

L’ultima fase di risoluzione segue la fase dell’orgasmo e comporta una decongestione dei tessuti genitali e, specie nel maschio, una temporanea impossibilità ad intraprendere una nuova fase di eccitazione sessuale.

Anche alcune donne attraversano una fase refrattaria durante la quale provano un evidente fastidio nel ricevere nuovi stimoli sulle mucose genitali, ma solitamente la detumescenza è più lieve e l’eccitazione può proseguire verso altri orgasmi in sequenza.

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