Vacanze moderne: che ansia, che stress!!!

Le vacanze di massa sono un’invenzione moderna. Nel ‘800 solo gli aristocratici o i ricchi borghesi potevano permettersi di avere dei mesi per viaggiare lontano dalla propria dimora, un tipico esempio è descritto nell’opera di Goethe “Viaggio in Italia”.

Ancora negli anni ’50, per la maggior parte della popolazione, la vacanza veniva definita come un periodo di tempo di 3-4 giorni trascorsi fuori dalla residenza abituale. È solo negli anni ’60, con la piena industrializzazione che la villeggiatura è diventata realtà per una larga maggioranza di Italiani. Comincia il periodo dell’esodo: le città si svuotano e i lavoratori tornano al Sud quando chiudono le fabbriche.

Il desiderio di vacanza e di viaggi si afferma con prepotenza, si mette in moto l’industria delle vacanze e dei desideri, che già negli anni ‘70 vanta un giro d’affari stimato intorno ai 12mila miliardi di lire.

Oggi nel 2020 l’industria delle vacanze ha fatto passi da gigante rispetto al secolo scorso. Le proposte di vacanze piovono nelle mail di ognuno: sconti, vacanze convenienti, vacanze eccezionali a prezzi ribassati, le migliori spiagge. L’ansia è inevitabile: scegliere bene, scegliere il meglio, non sbagliare. Le vacanze sono così colme di aspettative da metterci in stato di tensione, oppure sono troppo programmate da non permetterci di rilassarci.

In questo periodo estivo comincia il clima di “vacanze”, dopo un anno a lavorare duramente, inizia la febbrile attività per capire cosa fare e dove andare in vacanza. Spesso le vacanze, invece di produrre effetti benefici, provocano stress: umore negativo, irritabilità, insofferenza ad ostacoli e imprevisti. La vita quotidiana offre una sicurezza, magari logorante e impegnativa, ma pur sempre una certezza, le vacanze arrivano a interrompere il ciclo della quotidianità e non tutti sono pronti a separarsene. Le vacanze sono un cambiamento della vita di un anno intero.

Le difese immunitarie si abbassano e ci colpiscano tanti piccoli o grandi malanni. I sintomi vacanzieri spesso esprimono quella parte di noi che non ha alcuna intenzione di farsi inscatolare nei ritmi proposti dall’industria delle vacanze. Il cambiamento delle vacanze è benefico, purché ci sia funzionamento plastico della persona. Il cambiamento deve essere morbido, graduale e modulato dolcemente.

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