Il “male di vivere”


«Spesso il male di vivere ho incontrato

era il rivo strozzato che gorgoglia

era l’incartocciarsi della foglia

riarsa, era il cavallo stramazzato»

(Tratto da “Il male di vivere”

di Eugenio Montale)


Tutti quanti noi abbiamo provato l’esperienza, almeno una volta nella vita, di una giornata storta o di un periodo in cui siamo giù di morale, tristi, più irritabili del solito e “ci sentiamo un po’ depressi”. Tuttavia in questi casi, molto probabilmente, non si tratta di un vero e proprio disturbo depressivo, ma di un calo d’umore passeggero, che può essere dovuto a vari fattori (stress sul lavoro, discussioni in famiglia, difficoltà quotidiane..)

La depressione clinica vera e propria, invece, presenta caratteristiche e sintomi specifici, in primo luogo la pervasività, la durata nel tempo e la compromissione del funzionamento personale nella vita di tutti i giorni.

Si tratta di un disturbo molto diffuso, infatti ne soffre circa il 15% della popolazione. Può colpire chiunque, a qualunque età, ma pare sia più frequente tra i 25 e i 45 anni d’età.

La sintomatologia è caratterizzata da umore depresso per la maggior parte della giornata, per almeno 15 giorni di seguito, e anedonia, ossia marcata diminuzione o perdita di interesse o piacere per le attività che prima interessavano e creavano benessere.

Si può presentare stanchezza, affaticamento, mancanza di energie e demotivazione.

Oltre a questi sintomi, la persona depressa può soffrire di un aumento o una diminuzione significative dell’appetito e quindi del peso corporeo, e può presentare disturbi del sonno (dorme di più o di meno o si sveglia spesso durante la notte o non riesce ad addormentarsi o si sveglia precocemente). Può inoltre avere difficoltà a concentrarsi, mantenere l’attenzione e prendere decisioni.

In genere si assiste a una tendenza all’isolamento, alla solitudine, alla sedentarietà, e a una scarsa cura di sé, con una diminuzione dei rapporti sociali e affettivi.

Prevalgono sentimenti di fallimento, disperazione, sconforto, rassegnazione. Ci si sente inutili, impotenti o persino colpevoli. Spesso sono presenti pensieri di morte o di suicidio, che possono andare da un vago senso di morte e desiderio di morire, fino all’intenzione di farla finita con una vera e propria pianificazione e la messa in atto di tentativi di suicidio.

Poiché questo disturbo ha un decorso lento, insidioso e tendente ad aggravarsi nel tempo se non trattato tempestivamente, è importante rivolgersi a uno specialista che possa valutare la situazione e la terapia più idonea; nello specifico uno psichiatra, per una terapia farmacologica, e/o uno psicoterapeuta, per comprendere le cause della sofferenza e trovare delle strategie funzionali per affrontarla.

È fondamentale quindi non trascurare mai i sintomi del “mal di vivere” e trovare il coraggio nel chiedere aiuto, perché è dall’aiuto che si intraprende la strada verso un maggiore benessere.

Se senti il bisogno di un supporto psicologico non esitare a contattarmi: aspettare non è mai una buona idea. Compila il form e fissiamo un appuntamento
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