La sindrome da burnout

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Sono in burnout” “Se continui a lavorare così, vai in burnout”. Quante volte abbiamo sentito pronunciare queste frasi.

Ma cosa vuol dire esattamente essere in burnout?

Il concetto di burn-out (essere bruciati, esauriti, scoppiati) indica una serie di fenomeni di affaticamento, logoramento e improduttività che si manifestano nelle professioni di carattere sociale.

I sintomi sono diversi e coinvolgono anche il corpo. Chi è colpito dalla sindrome di burnout ha un’alta resistenza ad andare al lavoro ogni giorno, una sensazione di fallimento, rabbia e risentimento, sente indifferenza ed è sempre stanco. Ha inoltre difficoltà di concentrazione, problemi di insonnia, mal di testa e disturbi gastrointestinali. Aumentano i conflitti con i colleghi, coniugali e familiari e ogni scusa è buona per assentarsi dal lavoro e mettersi in mutua.

Ma perché una persona “va in burnout?”

Ci sono diversi fattori che possono riguardare sia l’organizzazione lavorativa, sia il singolo lavoratore. Le tensioni sono generate soprattutto da un sovraccarico lavorativo (quante volte è capitato a ognuno di noi di dover affrontare un eccessivo carico di lavoro o un’eccessiva responsabilità!) e dalla monotonia dell’attività lavorativa. La turnazione, l’orario lavorativo e una retribuzione inadeguata possono favorire l’insorgenza della sindrome.

Se una persona, inoltre, investe troppo sul lavoro, magari per sopperire a mancanze e vuoti della propria vita privata, è più portata di altre verso questa sindrome.

Come sopravvivere al burnout?

Consapevoli che non si possono cambiare più di tanto né il sistema lavorativo, né la sua organizzazione, possiamo però porci degli obiettivi realistici, come variare la routine, fare delle pause, prevenire il coinvolgimento eccessivo e separare lavoro e vita privata. A livello individuale possiamo lavorare su noi stessi, imparando a conoscerci e, anche, a ridimensionare le aspettative.

È importante, inoltre, capire se stiamo facendo il lavoro per cui siamo portati e che ci fa stare bene e, in caso contrario, valutare un cambio di ruolo, invece continuare a lavorare male, sotto stress.

Per sopravvivere a un ambiente di lavoro malsano, è fondamentale rafforzare la relazione con amici e familiari allo scopo di compensare i sentimenti di fallimento e frustrazione legati alla vita lavorativa. Bisogna imparare, infine, a riuscire ad accorgersi che si è arrivati al limite di sopportazione e chiedere aiuto a chi ci sta accanto e, se necessario, rivolgersi a professionisti esperti come gli psicologi, che possono dare un valido sostegno per focalizzare e risolvere il problema.

Se senti il bisogno di un supporto psicologico non esitare a contattarmi: aspettare non è mai una buona idea. Compila il form e fissiamo un appuntamento
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