Bambini e videogiochi: come comportarsi?

I bambini, si sa, amano giocare fin da quando sono molto piccoli. Tutto ciò che si muove, fa rumore o è colorato attrae la loro attenzione.
Crescendo il gioco diventa sempre più elaborato e diventa evidente come esso non sia solo un modo per intrattenersi, ma soprattutto una condizione in cui i piccoli iniziano ad interagire con il mondo, a sperimentarsi e a comprendere le norme sociali.
Negli ultimi 30 anni i videogiochi sono entrati a far parte sempre più delle nostre vite, tanto da metterli al centro di numerosi dibattiti riguardo i possibili danni che possono arrecare alle nuove generazioni.

Ci sono numerosi motivi per cui possono essere considerati dannosi per lo sviluppo psicosociale. Per cominciare, un eccessivo numero di ore passato davanti allo schermo può limitare le opportunità di gioco sociale con altri bambini o ragazzi, promuovendo l’isolamento e aumentando il rischio di ritiro sociale.

Inoltre, un nuovo studio americano rivela che lasciare un bambino fra gli 8 e gli 11 anni davanti ad uno schermo per più di due ore al giorno può causare problemi nello sviluppo cerebrale, con una riduzione della funzione cognitiva e un peggioramento della qualità del sonno, oltre a tutti gli svantaggi legati ad uno stile di vita sedentario. C’è inoltre da tenere in considerazione il pericolo di lasciare in mano a bambini troppo piccoli contenuti violenti e inappropriati per la loro età, come scene esplicite di aggressività e delinquenza.

Allo stesso tempo, ci sono buone ragioni per pensare che i giochi elettronici abbiano aspetti benefici che li distinguono dall’intrattenimento multimediale non interattivo. I giochi offrono una vasta gamma di nuove sfide cognitive, opportunità di esplorazione, rilassamento e socializzazione con i pari. La ricerca focalizzata sui potenziali benefici dei giochi indica che possono ispirare comportamenti prosociali, promuovere la creatività, incrementare la capacità di attenzione e le abilità visuospaziali, fondamentali in ambito scolastico.

Uno studio dell’università di Oxford ha evidenziato come i bambini che giocano regolarmente coi videogames per circa un’ora al giorno, appaiano più soddisfatti della propria vita, più abili nelle interazioni sociali, nel fare amicizie, a livello empatico, e con un numero minore di condotte problematiche.

Come comportarsi quindi? Videogiochi si o videogiochi no?

La risposta, come sempre, sta nel mezzo. Un uso moderato dei giochi elettronici (non più di due ore al giorno), controllandone i contenuti, può essere considerato un buon passatempo e può portare anche dei benefici. Se poi genitori, fratelli/sorelle o amichetti sono coinvolti, può essere anche un buon veicolo di socializzazione.

L’importante è che sia alternato ad altre esperienze di gioco e di socializzazione, in modo da variare il più possibile la gamma di esperienze fatte dal bambino. I videogiochi diventano dannosi nel momento in cui sono l’unica realtà a sua disposizione.

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