Capricci… Questi sconosciuti


Ci sono dei momenti in cui non si riconoscono più i propri figli. Bambini che per un “no” si trasformano, si buttano a terra disperati, cambiano addirittura fisionomia. “No, quello non è il mio bambino” pensano i genitori.

Questo comportamento provoca degli avvenimenti a catena: “Se ogni volta che andiamo ai giardini, al momento di venir via, succede una catastrofe, davanti agli occhi delle altre madri, allora molto meglio non uscire. Se ogni volta che vado al supermercato, poi mi ritrovo a dover portarlo via sentendomi come una ladra, con la cassiera con la faccia tra lo sconcertato e lo scandalizzato, allora tanto vale far la spesa da sola!”

Per allentare l’ansia dei genitori, cerchiamo di capire cosa sono i capricci. I capricci sono un modo inadeguato per esprimere e comunicare le proprie emozioni, frustrazioni, rabbie e scontentezza. Intorno ai 2/3 anni i bambini hanno un linguaggio non idoneo per esprimere i loro sentimenti e quindi li possono esprimere solo attraverso il loro corpo.

Perché il capriccio? Ricordiamoci che i bambini non hanno il senso del tempo: per loro esiste solo il presente e quindi ciò che non succede ora non capiterà più. Se mamma mi dice che non può comprarmi quel gioco, io penso che non sarà mai. Cosa significa domani, dopo, Natale, costa troppo, non ho soldi? Nel suo mondo non esiste il tempo reale, ma solo il tempo del desiderio: vuole il gioco subito. È il concetto del “tutto subito”: come il neonato che ha aspettato troppo la pappa, non la vuole più, perché è diventata cattiva, così il bimbo più grande ha delle reazioni violente perché l’altro diventa ai loro occhi cattivo, non gli vuol bene, lo sta abbandonando.

Come devono comportarsi i genitori? Le punizioni servono? Prima di rispondere, è fondamentale chiedersi come ci si sente. Inadeguati, impotenti, arrabbiati? Se mi sento giudicato dalle mamme del parco o sento di sbagliare tutto con il mio bambino quando la cassiera mi guarda, non riuscirò a trovare le parole e il modo per limitare o far esaurire il capriccio. Per i bambini fare i capricci è normale. E per i genitori è normale arrabbiarsi. Se durante il capriccio il genitore si sente rifiutato, sta provando gli stessi sentimenti del proprio bambino: mamma non mi vuol bene, perché non mi compra il gioco; non mi capisce, perché mi porta via dal parco. Se invece alzando gli occhi il bambino vede un volto sereno e sorridente, che pone i limiti con fermezza, allora può capire che lui è arrabbiato, ma non la sua mamma. Pian piano si calmerà. Troppe punizioni aumentano la sensazione di essere cattivo e non essere amato.

Usiamo un altro esempio: il bambino che all’uscita dal Nido o dalla scuola materna, non vuol venir via e fa i capricci. “Come mai, dopo tutto questo tempo che non mi vede, non mi butta le braccia al collo felice?” una pedagogista inglese, Elinor Goldschmied, diceva sempre alle mamme: “Ma se voi aspettate un fidanzato per ore, poi quando arriva gli buttate le braccia al collo o gli date uno schiaffo?”

Come possiamo aiutare il bambino a fargli esprimere le emozioni? È importante offrire uno spazio dove possa tirarle fuori, attraverso i giochi di ruolo. In un rapporto a due i capricci sono più frequenti, le tensioni si accumulano e la mamma diventa ricettacolo di tutto. Per questo è importante trovare situazioni in cui i bimbi possano crescere giocando in presenza di un adulto preparato, magari con mamma o papà.

Se senti il bisogno di un supporto psicologico non esitare a contattarmi: aspettare non è mai una buona idea. Compila il form e fissiamo un appuntamento
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