Che paura il terrorista

Negli ultimi anni gli attacchi terroristici hanno minato la tranquillità di tanti cittadini.

Il terrore fa leva su una delle nostre emozioni primarie e più profonde: la paura. Gli attacchi terroristici fanno paura, ci fanno sentire insicuri in ogni luogo. Potremmo essere in qualsiasi posto ed essere vittima di un attentato e patirne le conseguenze in termini più o meno gravi.

Da dove derivano questo tipo di attacchi? Spesso sono considerati legati ad istanze religiose. Non è così, qualsiasi religione è contro la violenza. Anche l’Islam, tanto invocato, è una religione che parla di amore e che rivendica esclusivamente la possibilità di difendersi in caso di aggressione.

Per centinaia di anni si sono combattute guerre in nome della religione e ricordiamoci che i Crociati tra il 1100 ed il 1300 andarono in Palestina, occupata da popolazione arabe di fede mussulmana per liberare la Terra Santa, compiendo stragi umane, così come fecero gli Arabi.

Da dove deriva l’istinto alla distruzione sotto il nome della religione?

Le prime religioni dell’umanità, quando ancora non c’era la scrittura, erano religioni dove al centro c’era una Grande Madre, dispensatrice di vita e di morte. Tutti gli esseri umani erano figli di una stessa divinità e quindi fratelli, la società era basata sulla parità tra eguali. Si scopriva l’agricoltura con la prima vera rivoluzione mondiale e la Grande Madre dispensava messi abbondanti e cospicue.

Il concetto di un’anima separata dal corpo era sconosciuto e quindi non sarebbe mai stato possibile che qualcuno mortificasse il proprio corpo nella credenza di un bene superiore: l’essere umano era un’unità di corpo e spirito, e un suicidio in nome della Grande Dea sarebbe stato impossibile.

Poi arrivarono i grandi popoli invasori tra cui gli Indoeuropei che portarono una religione di morte e distruzione, dove un Dio vendicatore era sempre in guerra con gli altri. Questi popoli invasori portarono la moralità del più forte: chi è eletto da Dio sconfiggerà gli altri.

La filosofia greca, già con Socrate, separò l’anima dal corpo, così divenne possibile che il corpo fisico morisse, mentre l’anima immortale continuava la propria esistenza. Divenne possibile sacrificarsi in nome della promessa di un bene maggiore dopo la morte.

Infine qual è il meccanismo psicologico che permette a qualcuno di uccidere un altro essere della sua specie? È una caratteristica comune solo agli esseri umani tra tutti gli animali. Se invece di vedere nell’altro un nostro fratello vediamo un nemico, cioè lo disumanizziamo, gli togliamo la proprietà di esistere come essere umano nostro simile, allora diventa possibile ucciderlo.

Per arrivare agli attentati terroristici odierni abbiamo dovuto dimenticare di essere tutti fratelli della stessa Terra, nati tutti alla stessa maniera da una madre e di appartenere alla stessa razza umana.

Se senti il bisogno di un supporto psicologico non esitare a contattarmi: aspettare non è mai una buona idea. Compila il form e fissiamo un appuntamento
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