L’uomo ha un’unica natura: bio-psico-sociale. Ha un corpo che è il frutto dell’evoluzione di miliardi di anni. Ma l’evoluzione naturale richiede molto tempo. Il nostro corpo naturale è quello dell’homo sapiens sapiens, sono milioni di anni che la nostra dotazione istintiva è la stessa dei nostri antenati. L’uomo è anche un essere culturale, vive in una cultura determinata, che influenza le proprie scelte e motivazioni. La cultura evolve in maniera molto più rapida rispetto a quella naturale, a volte con ritmi sempre più accelerati, così oggi faticheremmo a capire il modo di vivere dei nostri nonni. L’uomo vive in un universo di significati, cerca un senso alle proprie azioni e costruisce narrazioni attorno ai propri eventi.
II comportamento sessuale dell’uomo, anche se biologicamente predeterminato, ha subito nel tempo l’influsso dei significati e dei valori che l’uomo gli ha via via attribuito. Quale essere pensante, l’uomo si è infatti distaccato dal semplice atto istintivo e ha arricchito il comportamento sessuale di tutta una serie di significati, fino ad elaborare codici di comportamento che si sono evoluti nel tempo.
Il significato antropologico-culturale dell’atto sessuale è quello di una forza creativa ed evolutiva nei confronti della cultura stessa, da controllare perché anche distruttiva. Civiltà diverse hanno avuto modi diversi di vivere la propria sessualità; spesso i contatti, gli scambi commerciali, le guerre, hanno prodotto influenze reciproche, che si sono riflesse sulle abitudini sessuali.
Ciò che caratterizza l’evoluzione degli usi e dei costumi sessuali è quasi sempre il conflitto tra la soddisfazione istintiva dei bisogni e l’interpretazione umana, sociale e religiosa che l’uomo attribuisce al sesso e che oscillerà per lungo tempo fra sacro e profano, lecito ed illecito. Ne deriverà una divisione carne-spirito che raggiungerà il suo culmine durante il periodo della diffusione del Cristianesimo. Unica eccezione quella parte della cultura orientale, influenzata soprattutto dall’induismo, in cui questa divisione non assumerà mai gli aspetti della contrapposizione ma di un’unione con lo spinto divino che permea l’universo.