Giocando si impara: l’importanza del gioco nel bambino

La creatività consiste nel mantenere nel corso della vita qualcosa che appartiene all’esperienza infantile: la capacità di creare il mondo, di vedere ogni cosa in modo sempre nuovo”.

(D. Winnicott)

Non si può crescere senza giocare: il gioco è fondamentale per una crescita serena. Il primo gioco è la mamma, quei giochi che la mamma fa quando allatta il suo bimbo, quando lo cambia e quando lo addormenta. Lo scambio di sguardi, il toccarsi, le ninne nanne permetteranno al bambino di avere una immagine del proprio corpo, di sentirsi amato.

Così amato dai bambini è anche il gioco del cucù: nello spegnare e accendere la luce, nell’aprire e chiudere i cassetti, il bambino fa una specie di teatro, nel senso che fa scomparire la mamma e poi la fa riapparire. I significati sono due: “io ti posso lasciare come tu lasci me, ma anche ti posso perdere perché so di poterti ritrovare”. Più tardi quando si nasconderà sotto la porta o sotto il tavolo, ci sarà nel bambino una sfida: “Trovami, me ne sono andato da te, ho bisogno che tu mi cerchi.”

Fin dal primo anno alcuni bambini dimostrano un’attenzione particolare per una copertina, uno scialle, qualcosa di morbido, che ha un odore particolare (guai a lavarlo!). Sono oggetti a cui il bambino si aggrappa quando è lasciato solo; in questo modo è come se si immaginasse di essere ancora con la sua mamma. Più tardi saranno le bambole, i pupazzi che il bambino stringerà a sé, a cui darà un nome. Nella fantasia, grazie a questo oggetto, chiamato transizionale, i bambini possono affrontare tutti gli ostacoli e i pericoli da soli e uscire vincitori.

Man mano che si cresce il gioco permette di accettare le frustrazioni, di controllare l’aggressività. Quante volte ci capita di vedere il proprio bambino, nella fase di età dai 2 ai 7 anni, picchiare la bambola o l’orsetto, o inscenare storie tragiche e violente con i soldatini. È importante non interrompere questi giochi, ma accoglierli come un modo per spostare l’aggressività dal mondo reale alla fantasia, e per controllare le proprie emozioni. Spesso ci chiediamo come fanno i bambini a non annoiarsi ripetendo molte volte gli stessi giochi; è proprio attraverso questa ripetizione che possono impadronirsi delle emozioni negative che stanno alla base dei loro giochi.

Nella nostra società il tempo per giocare è spesso ridotto. Da un lato le attività sportive e creative, dall’altro i videogiochi e la televisione occupano grande spazio nella vita dei bambini, sottraendo relazioni di gioco con i genitori e con i coetanei. Questi nuovi passatempi riducono lo spazio dei capricci e dei conflitti con i genitori, ma rendono più difficile ai bambini e ai giovani superare i conflitti che la vita porrà loro. È importante quindi trovare il tempo per giocare, perché i giochi sviluppano la creatività e l’inventività che serve nella vita. Il piacere del gioco porta inoltre al piacere dell’apprendimento, perché il bambino giocando impara, si incuriosisce, apprende.

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