I capricci, cosa sono e come superarli: un momento di crescita e sperimentazione

Urla, gemiti, pianti inconsolabili e scatti d’ira, quante volte un adulto ha assistito a questi comportamenti da parte dei più piccoli e se n’è sentito vittima, provando stupore e rabbia per quella che sembra un’esplosione di pazzia momentanea.

Nonostante si cerchi di evitarli saltano fuori all’improvviso, senza una ragione importante, per un gelato, un oggetto conteso, un rifiuto; si manifestano spesso in pubblico o in ambienti ricchi di stimoli, sono imbarazzanti, stancanti e difficili da gestire: sono i capricci!

Ma cosa sono realmente i capricci e con che occhi guardarli per fa sì che non facciano più paura?

Il segreto è capire a cosa servono e osservarli dal punto di vista del bambino. Certo, capire un bambino non è sempre facile, e il più delle volte richiede pazienza e dedizione.

Si può iniziare cercando di abbandonare l’idea che i bambini siano dei piccoli e furbi usurpatori che aspettano solo il momento migliore per mettere in difficoltà l’adulto, e pensare invece che ogni comportamento e azione dei bimbi è guidata da un bisogno profondo espresso con modalità ancora da affinare e condividere con l’adulto.

Immaginiamo il bambino che fa i capricci come un piccolo scienziato, che attraverso il suo comportamento prova varie strade per soddisfare i suoi bisogni oggettuali e relazionali, bisogni che talvolta, ai grandi sembrano superficiali, ma che per i piccoli sono fondamentali.

I capricci infatti si strutturano sempre su due piani: uno esplicito, che coinvolge aspetti più banali, come il gioco negato o un pacchetto di caramelle non concesso, e l’altro, quello implicito, inconsapevole per chi il capriccio lo fa e per chi lo subisce, che invece riguarda esigenze emotive e relazioni.

Le motivazioni e i bisogni impliciti possono essere molteplici: talvolta è il bisogno di rassicurazione dell’essere amato che spinge un bambino a mettere in atto queste modalità così teatrali, oppure il bisogno di sentire che la figura di riferimento si prende cura di lui attraverso un gesto concreto, o ancora la sperimentazione di quanto potere si ha sul genitore, la ricerca di autonomia e il bisogno che l’adulto lo riconosca come soggetto assertivo.

Quale che sia la motivazione recondita è bene spostare l’attenzione proprio su questa, cercando di tralasciare il piano più superficiale. Questa è la vera sfida che ci lancia il capriccio.

Ma come si gestiscono i capricci nel concreto?

Come per la gestione di situazioni complesse o per affrontare relazioni interpersonali non c’è una modalità univoca, in questo caso tutto dipende dal carattere del bambino e del genitore. É possibile però individuare dei comportamenti che rafforzano i capricci e che quindi andrebbero evitati.

Sgridare, rimproverare o punire il bambino. Per far capire che si disapprova il comportamento che ha messo in atto è utile mostrarsi seri, utilizzando sia il linguaggio verbale che quello non verbale.

Cedere alle richieste. É importante rimanere fermi nelle decisioni prese, un no deciso ma calmo è per il bambino la rassicurazione che l’adulto sa quel che fa.

Essere ambivalenti nelle risposte. E’ destabilizzante per un bambino ricevere risposte diverse ad uno stesso atteggiamento, ad esempio consolarlo una volta e sgridarlo un’altra.

Promettere ricompense a mo’ di scambio cercando di ottenere la fine della “scenata”.

Cercare di analizzare o spiegare la situazione al bambino facendolo “ragionare”. In quel momento il bambino affronta emozioni per lui molto forti, difficilmente sarà disposto ad ascoltare.

Fare domande sul perché si reagisce in quel modo o proporre nuovi stimoli potranno solo accentuare la sua rabbia e frustrazione. In generale i bambini hanno una capacità limitata di processare le informazioni.

Il consiglio per superare indenni un capriccio è mostrarsi calmi, decisi e sicuri e se possibile ignorare il comportamento che consideriamo esagerato per spegnere il prima possibile la rabbia e la frustrazione che lo scatena, cercando poi di capirne le cause nascoste.

Se senti il bisogno di un supporto psicologico non esitare a contattarmi: aspettare non è mai una buona idea. Compila il form e fissiamo un appuntamento
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