IL CONFORMISMO SOCIALE: COME MI ADEGUO AGLI ALTRI

Lo psicologo polacco Solomon Asch condusse nel 1951 un esperimento  di psicologia sociale. L’assunto di base consisteva nel fatto che l’essere membro di un gruppo è una condizione sufficiente a modificare le azioni e i giudizi di una persona. L’esperimento era incentrato sulla possibilità di influire sulle percezioni e sulle valutazioni di dati oggettivi, senza ricorrere a false informazioni sulla realtà. 

Il protocollo sperimentale prevedeva che 8 soggetti, di cui 7 complici dello sperimentatore, all’insaputa dell’ottavo, il soggetto sperimentale, si incontrassero in un laboratorio, per un normale esercizio di discriminazione visiva. Lo sperimentatore presentava loro delle schede con tre linee di diversa lunghezza in ordine decrescente mentre su un’altra scheda vi era disegnata un’altra linea, di lunghezza uguale alla prima linea della prima scheda. 

Chiedeva a quel punto ai soggetti, iniziando dai complici, quale fosse la linea corrispondente nelle due schede. Dopo un paio di ripetizioni “normali”, alla terza serie di domande i complici iniziavano a rispondere in maniera concorde e palesemente errata. Il vero soggetto sperimentale, che doveva rispondere per ultimo o penultimo, spesso iniziava a rispondere anche lui in maniera scorretta, conformandosi alla risposta sbagliata data dalla maggioranza di persone che aveva risposto prima di lui. 

Pur sapendo soggettivamente quale fosse la risposta giusta, il soggetto sperimentale decideva consapevolmente di assumere la posizione esplicitata dalla maggioranza, a causa della pressione del gruppo. Il 25% dei partecipanti non si conformò alla maggioranza, ma il 75% si conformò almeno una volta alla pressione del gruppo ed il 5% dei soggetti si adeguò ad ogni singola ripetizione della prova.

Il concetto di conformismo è definibile come il mutamento di un giudizio o di un comportamento che si realizza quando il singolo è posto di fronte a una norma sociale implicita, non espressa, ma ricavabile a partire dall’osservazione delle azioni altrui. La motivazione data dal soggetto sperimentale per aver dato la risposta errata il più delle volte era quella di non essere giudicato negativamente dallo sperimentatore e dal gruppo.

La tesi sostenuta da Asch è che proprio in nome del conformismo e del bisogno di sentirsi inclusi all’interno di un gruppo, le persone tendono a esprimere un comportamento che si adatti e sia uniforme a quello del gruppo o della maggioranza.

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