La psicoterapia sociale

La psicoterapia, intesa in senso ampio come prendersi cura del proprio sé interiore e psicologico, deve essere un diritto e una possibilità per tutti.

A partire da questo principio finalmente anche la psicoterapia è entrata a far parte in Italia dei LEA (Livelli Essenziali Assistenza), garantiti dal nostro sistema sanitario.

Purtroppo però, nonostante le dichiarazioni di principio, attualmente in Italia la psicologia clinica e la psicoterapia si scontrano con alcuni grandi limiti:

– a tutt’oggi la psicoterapia è considerata dalla sanità pubblica come una sorta di grazioso accessorio non necessario. In tutti i luoghi pubblici, deputati ai servizi psicologici, le risorse sono sempre minori: gli psicologi andati in pensione non vengono sostituiti e la maggior parte dei servizi sono retti da specializzandi delle scuole di specializzazione in psicoterapia, che svolgono gratuitamente il loro tirocinio;

– nel 2006 il Professor Luigi Cancrini, eletto senatore, presentò una proposta di legge per istituire il servizio di psicoterapia convenzionata con il sistema di sanità. Tale proposta fu bocciata soprattutto per il muro di scudi levato dalle Associazioni della Psicologia, che temevano di dare troppo potere ai medici. Oggi non è politicamente più percorribile questa strada per le attuali politiche di taglio della spesa pubblica;

– da anni, a più riprese, l’Ordine Nazionale degli Psicologi propone varie possibilità per istituire lo psicologo di base, da affiancare al medico di base. Lodevole iniziativa, ma difficilmente attuabile.

Cosa è dunque possibile fare per concretizzare la proposta di una psicoterapia accessibile a tutti, come stabilito dai LEA?

In maniera sempre più diffusa e capillare, anche se non ancora in una forma del tutto organizzata, si sta creando una rete di psicoterapia sociale, cioè una rete di centri di psicoterapia, di vari orientamenti, dove chi ha bisogno può ricevere aiuto, consulto, orientamento e sostegno psicologico in tempi rapidi e a costi sostenibili.

Il fatto che in questa rete di centri di psicoterapia siano presenti orientamenti diversi permette un arricchimento metodologico, con una visione della cura psicoterapeutica il più ampia e completa possibile.

Quali sono gli obiettivi della rete di psicoterapia sociale?

A lunga scadenza si vorrebbe aprire un dialogo proficuo con le istituzioni deputate alla prevenzione e cura della Salute Mentale, superando la dicotomia pubblico/privato, per riuscire a soddisfare quei bisogni dei cittadini che sul territorio non sempre riescono a trovare un’adeguata risposta.

Inoltre molte persone, soprattutto quelle che fanno parte delle fasce socioeconomiche più svantaggiate (e che più di altri avrebbero bisogno di una maggior tutela), attualmente non possono permettersi di rivolgersi al mercato privato, in ragione delle tariffe troppo onerose di molti professionisti.

In ogni centro della rete, uno degli imperativi strutturali è il garantire una alta accessibilità, intesa come rapidità dei tempi di accettazione delle richieste di aiuto e particolare attenzione alle fasce economicamente deboli, cercando di stabilire con il paziente un adeguato onorario per l’aiuto ricevuto, che tenga presente le sue reali possibilità economiche.

Altro punto ritenuto fondamentale dalla rete di psicoterapia sociale è considerare il lato clinico e quello politico come due facce della stessa medaglia: valorizzando i risvolti sociali del lavoro clinico, considerandolo come un atto che incide sul contesto nel quale viene eseguito. Viene prestata grande attenzione a quelle dinamiche sociali e geopolitiche che influiscono specificamente sul benessere psicologico della comunità e delle persone.

La creazione di una rete di psicoterapia sociale nella regione piemontese si allontana alquanto dall’ottica dell’attuale Ordine degli Psicologi del Piemonte, che propone ad ogni iscritto di diventare “imprenditore di sé stesso”, ma cerca di calarsi nel tessuto socioeconomico del territorio, per provare a dare voce al sentimento, sempre più diffuso tra molti professionisti psicologi e psicoterapeuti, di una psicoterapia che non faccia solo clinica, ma che si prenda cura dei bisogni psicologici e sociali della popolazione, intendendo la psicoterapia come ricerca del benessere individuale e sociale.

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