Il nuovo far west: viviamo in un mondo violento, dalla parola si passa ai fatti

Viviamo in un mondo violento: dalla parola si passa ai fatti.

Purtroppo è triste affermare che sempre di più nella nostra società si sta diffondendo la cultura della violenza. Si fa in fretta a passare dalle parole alle mani; in questo clima il dialogo e il confronto sembra che non si sappia neanche che cosa siano.

Quotidianamente, i giornali mettono in risalto episodi di violenza.

La violenza è un fenomeno che viola i diritti e il rispetto delle persone, ovvero un fenomeno da combattere. Rientrano in questo fenomeno tutti gli episodi in cui si ricorre all’uso delle mani, di oggetti, di armi per arrecare intenzionalmente danno all’altro.

Quando si parla di violenza, spesso la si associa alla violenza negli stadi e alla violenza a scuola che si esprime con il fenomeno del bullismo. Il bullismo si manifesta attraverso minacce, provocazioni, atti lesivi tra pari. Già a scuola sembra mancare la parola; i diverbi, le diatribe vengono risolte tra i coetanei con la violenza provocando nella vittima il terrore e la paura che fa sì che molti scolari non chiedano aiuto all’insegnante ma vivano il tutto nel più completo silenzio.

È fondamentale a scuola promuovere la prevenzione del bullismo favorendo nei bambini lo sviluppo delle capacità riflessive. È importante che i bambini sviluppino una buona teoria della mente che consiste nella comprensione dei propri ed altrui desideri, emozioni, pensieri e comportamenti.

Il discorso del danno riguarda trasversalmente tutte le vittime di violenza; oltre al danno fisico che può derivare dal prendersi un pugno in faccia… esiste un altro tipo di danno ancora più importante che è il danno psicologico. Il danno psicologico, noto anche con il termine maltrattamento psicologico, viene spesso sottovalutato ed è il danno che lascia delle ferite profonde sulla vittima perché induce emozioni di paura, vergogna ed isolamento. Tutto ciò porta la vittima ad immobilizzarsi e a non richiedere l’aiuto, aumentando così la probabilità di subire ulteriori violenze.

Ciò che si deve attivare nei bambini e negli adulti vittime di violenza è la ricerca di vicinanza e cura da parte di una persona che possa aiutarli, per non rimanere intrappolati nel circolo della violenza dove l’aggressore usa minacce per indurre il silenzio nella vittima.

Negli stadi l’eccessivo entusiasmo, il comportamento dell’arbitro che viene giudicato negativamente, una tifoseria particolarmente agitata, possono portare ad episodi di violenza che possono andare dal lancio degli oggetti all’aggressione fisica e verbale nei confronti della tifoseria avversaria. Ma è possibile che ancora oggi esista il rischio che una partita si trasformi in una tragedia?

Molto facilmente si ricorre all’uso delle mani per contenere i capricci dei bambini, per ottenere ciò che si vuole, per punirli. L’uso delle mani non deve essere considerato uno strumento educativo.. qualche sculaccione può scappare ma non deve diventare lo strumento per educare i propri figli.

Come si fa ad aiutare i bambini a gestire la rabbia se di fronte ad un loro comportamento, anziché tentare di capirne i significati e le richieste che vi sottendono, si usano le mani?

I bambini devono essere circondati da adulti in grado di gestire la conflittualità senza aggressività, solo così potremo prevenire gli episodi di violenza.

Come possiamo spiegare la violenza che domina nella nostra società? Ovvero quali sono i meccanismi psicologici che possono portare a compiere gesti e azioni violente, dalle più lievi come per esempio la rissa per una precedenza non data in auto, a quelle più gravi che si configurano come veri e propri reati?

Una delle spiegazioni che si sente spesso dire è che le persone attribuiscono scarso valore alla vita e all’esistenza dell’uomo. Ci pare una spiegazione molto limitata.

Ciò che determina la comparsa dei comportamenti violenti è l’attivazione di uno dei cinque sistemi motivazionali, che è il sistema agonistico o di rango.

Vediamo cosa sono i sistemi motivazionali. Si tratta di tendenze, propensioni ad agire verso obiettivi specifici ed appartengono a tutte le specie.

Sono cinque:

  1. il sistema dell’attaccamento, che è finalizzato all’ottenimento di aiuto e vicinanza protettiva da parte di un’altra persona individuata come potenzialmente idonea. Il sistema si attiva nelle situazioni di dolore, pericolo, oppure in situazioni di percepita vulnerabilità.

  2. Il sistema dell’accudimento, la cui meta è l’offerta di cura verso un conspecifico che richiede aiuto e conforto.

  3. Il sistema motivazionale interpersonale sessuale, che è finalizzato alla formazione e al mantenimento della coppia sessuale con il valore biologico della riproduzione e del sostentamento della prole.

  4. Il sistema agonistico di competizione per il rango, che è finalizzato alla definizione dei ranghi di potere e di dominanza/sottomissione per regolare, all’interno di un gruppo, il diritto prioritario di accesso alle risorse. Una volta stabilita la gerarchia, questa rimane presente ed attiva nel tempo, con il vantaggio biologico di eliminare la necessità di continue lotte che potrebbero sfiancare gli individui, finché non viene nuovamente posta in questione.

  5. Il sistema cooperativo, che ha come meta il conseguimento di un obiettivo comune, più facile da raggiungere attraverso un’azione congiunta.

In conclusione, la violenza potrebbe essere causata dall’attivazione del sistema motivazionale agonistico per cui la persona tende a voler dominare sull’altro, stabilendo così una gerarchia, come avviene nel mondo animale dove il capo branco è colui che comanda. L’attivazione di questo sistema comporta l’uso di minacce, atti provocatori e lesivi per affermare la propria supremazia. Il conflitto diventa occasione per ristabilire chi è il più forte.

Diventa quindi fondamentale promuovere l’attivazione del sistema cooperativo, il conflitto deve diventare occasione per cooperare insieme e trovare una soluzione, pur riconoscendo e dando valore alle diverse emozioni delle persone coinvolte.

Se senti il bisogno di un supporto psicologico non esitare a contattarmi: aspettare non è mai una buona idea. Compila il form e fissiamo un appuntamento
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