L’ansia: la paura che crea il mostro insuperabile

Noi esseri umani condividiamo almeno le emozioni fondamentali o primarie con gli altri mammiferi. Quali sono queste emozioni primarie? Diamo credito al Dottor Elkman: felicità, paura, rabbia, disgusto, tristezza e sorpresa. Sono comuni a tutte le popolazioni umane, innescando in automatico le stesse espressioni del viso, che poi vengono riconosciute dall’altro.


Come aveva compreso già Darwin, le emozioni servono per comunicare qualcosa ai nostri consimili esseri umani. Ovviamente l’essere umano è più complesso dei suoi fratelli mammiferi e quindi è praticamente impossibile vedere attivate solo le emozioni primarie, ma in ogni uomo osserviamo espresse sempre un mix di emozioni, nella quale intervengono anche altre funzioni cognitive, come l’immaginazione, il ricordo, il giudizio…
Oggi ci occuperemo dell’ansia.

A cosa serve provare ansia? Per i nostri progenitori quando incontravano un orso delle caverne, era bene provare questa emozione, perché in automatico nel nostro corpo si attiva una risposta del tipo “attacca o fuggi”, che convoglia tutte le nostre energie alla sopravvivenza. Nella società attuale non ci spaventano più gli orsi delle caverne, ma proviamo ancora ansia, anzi possiamo dire, visto anche l’altissimo consumo di ansiolitici, che la dimensione dell’ansia caratterizza la nostra società.
Proviamo a comprendere la dinamica di questo fenomeno. Quando percepiamo una minaccia avvertiamo ansia: è normale, il nostro corpo attiva la modalità di sopravvivenza. Purtroppo in questo periodo storico sociale, ci sentiamo minacciati ma non sappiamo bene cosa che ci terrorizza. Interviene poi la funzione dell’immaginazione e si crea il mostro che ci paralizza, così magari un sassolino che ostacola il nostro percorso di vita diventa una montagna, impossibile da superare.
Come possiamo fare? L’ansia ha la sua importanza nella nostra vita ed è bene provarla, per reagire in modo appropriato nelle situazioni di emergenza, ma diventa nociva quando è sempre presente.
Iniziamo a chiederci: “Cosa mi minaccia? Quale pericolo avverto?”.
Quando l’ansia invalida troppo la nostra vita conviene poi chiedere un aiuto medico, per placare la sintomatologia almeno inizialmente.
Conviene poi cercare un buon aiuto psicoterapeutico:
– che ci aiuti a non vedere mostri dove non ce ne sono;
– che ci aiuti a capire come mai mettiamo in atto questa dinamica che ci fa stare male;
– che ci possa aiutare a trovare nuove strategie più adattive per la nostra vita.

Se senti il bisogno di un supporto psicologico non esitare a contattarmi: aspettare non è mai una buona idea. Compila il form e fissiamo un appuntamento
Privacy policy

Prenota il primo colloquio gratuito

Privacy policy