Quando la terra trema: risvolti psicologici del terremoto

Tutti coloro che si sono trovati, almeno una volta nella vita, nella condizione di assistere ad un terremoto, conoscono bene le sensazioni che si accompagnano: paura, panico, sgomento, impotenza.

In queste ultime settimane i paesi del Centro Italia sono stati colpiti, e in alcuni casi distrutti, da innumerevoli scosse, ed è inevitabile che un’esperienza del genere metta a dura prova le capacità di adattamento oltre che il benessere psicologico delle persone.

In effetti, le calamità di questo tipo sono eventi che superano l’ambito dell’esperienza umana normale e che, dal punto di vista psicologico, sono considerati a tutti gli effetti traumatici.

Per trauma psicologico si intende un’intensa reazione d’impotenza, di paura intensa o di orrore conseguente all’essere stati parte di un evento che ha implicato morte, minaccia di morte, gravi lesioni, o comunque una minaccia all’integrità fisica propria o di altre persone.

Il trauma provocato da un terremoto intacca non solo gli aspetti materiali di ciò che è stato perduto o distrutto, ma intacca qualcosa di più profondo, qualcosa che è legato all’identità delle persone, alle certezze della vita, alla quotidianità, all’incertezza sul futuro.

Un simile evento può generare forti ansie e paure, che con il tempo, se non affrontate, possono trasformarsi in  veri e propri disturbi. Si va dalla semplice insonnia notturna ai disturbi d’ansia, fino ad arrivare, nei casi più gravi, al disturbo postraumatico da stress (PTSD).

Questo disturbo è caratterizzato dalla cosiddetta “triade sintomatologica“: intrusioni, evitamento e iperattivazione psicofisiologica.

  • INTRUSIONI: consistono in vissuti intrusivi dell’evento che si ripropongono alla coscienza, “ripetendo” il ricordo stesso dell’evento.
  • EVITAMENTO: consiste nella tendenza ad evitare tutto ciò che ricordi in qualche modo, o che sia riconducibile, all’esperienza traumatica.
  • IPERATTIVAZIONE PSICOFISIOLOGICA: caratterizzata da insonnia, irritabilità, ansia, aggressività e tensione generalizzate.

Il PTSD può svilupparsi a partire da pochi giorni o settimane successive all’evento traumatico e perdurare per molto tempo, ma può anche insorgere ad una certa distanza di tempo dall’evento, anche dopo diversi mesi.

Per cercare di limitare queste conseguenze psicologiche è fondamentale effettuare un lavoro di prevenzione su più fronti. Gli esperti raccomandano una prevenzione primaria, da attuarsi in periodi precedenti al disastro, in cui si insegna alle persone a riconoscere le proprie emozioni e saper controllare gli effetti che queste hanno sul comportamento e sulla salute psicologica.

In seguito a un terremoto, invece, bisogna attuare degli interventi di prevenzione secondaria, in cui effettuare un lavoro di sostegno psicologico, per accogliere e supportare le persone colpite dall’evento sismico, per affrontare i primi segnali di reazioni acute da stress, ad esempio mediante centri di ascolto post-emergenza.

Se senti il bisogno di un supporto psicologico non esitare a contattarmi: aspettare non è mai una buona idea. Compila il form e fissiamo un appuntamento
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