Resilienza tra DNA e relazione

La resilienza in fisica è la capacità di un materiale di resistere senza rotture in seguito a sollecitazioni esterne brusche o durature di tipo meccanico.

A livello dell’essere umano è quella capacita di un individuo di resistere agli urti della vita senza incrinarsi, mantenendo e potenziando le proprie risorse sul piano personale e sociale.

La resilienza può quindi essere considerata come la capacita di affrontare eventi stressanti, superarli e continuare a svilupparsi aumentando le proprie risorse con una conseguente riorganizzazione positiva della vita.

La resilienza ha una doppia natura:

– una caratteristica innata, geneticamente determinata;

– è il frutto di un processo personale, determinato dalla storia di ogni individuo.

Le qualità resilienti sono presenti in misura diversa in ognuno di noi fin dalla nascita, ma allo stesso tempo possono essere diversamente potenziate durante l’arco di vita.

La resilienza è una competenza che si sviluppa all’interno della dimensione relazionale e affettiva e viene accresciuta e fortificata da tutte le esperienze in grado di favorire un sentimento di efficacia personale e di valorizzazione del sé.

Il concetto di resilienza come competenza acquisita all’interno dei legami affettivi, ha importanti assonanze con la  teoria dell’attaccamento, che ipotizza la costituzione di modelli complessi sia delle figure affettive sia del bambino stesso.

Le rappresentazioni interiorizzate costituiscono i modelli operativi interni che hanno la funzione di indirizzare l’individuo nell’interpretazione delle informazioni che provengono dal mondo esterno e di guidare il suoi comportamenti nelle situazioni nuove.

Quando nasce, il bambino è bisognoso di tutto. Dipende in tutto e per tutto dai propri genitori. La mamma prima, e poi la coppia genitoriale, dovranno provvedere ai bisogni fisici e soprattutto a quelli emotivi del bambino.

Dovranno insegnargli soprattutto che è un essere amato e amabile anche se qualche volta sbaglia. Dovranno creare la base sicura,  la fiducia in sé stessi e nella propria capacità di essere in grado di affrontare le difficoltà della vita. Questo è ciò che accade quando si stabilisce un attaccamento sicuro tra il bambino e chi si occupa di lui.

Fondamentale perché un bambino possa sviluppare una personalità resiliente, anche là dove le condizioni di vita sono improntate al disagio, è la presenza di una relazione  con un adulto significativo che ha creduto in lui e con cui ha potuto identificarsi. Questo determina la creazione di un’adeguata autostima e un’elevata funzionalità comportamentale.

Se il rapporto tra bambino e genitori non permette che si crei una base sicura, che fornisca la necessaria stabilità per affrontare le difficoltà della vita, si svilupperà un attaccamento insicuro.

Perché una persona sviluppi resilienza è quindi fondamentale che sperimenti una figura di riferimento positiva dentro e fuori dalla famiglia e che abbia la possibilità di fare delle esperienze che aumentino la propria autostima. Nel caso di attaccamento insicuro queste basi non ci sono e così anche la capacità di resilienza dell’individuo è intaccata.

Per aumentare la propria resilienza e la propria capacità di reagire positivamente ai rischi della vita è fondamentale incrementare la propria autostima e il senso di autoefficacia. La psicoterapia, attraverso un percorso strutturato e individualizzato, aiuta le persone a sentirsi più sicure di sé stessi e ad incrementare la capacità di affrontare meglio le difficoltà.

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